"Non si può non comunicare": è così che il filosofo della scuola di Palo Alto, Paul Watzlawick, descrive la pragmatica della comunicazione: qualsiasi comportamento, qualsiasi gesto, qualsiasi segno, trasmettono un messaggio. Anche il silenzio significa qualcosa, anche il non comunicare comunica qualcosa. È così che si intuisce l’importanza della comunicazione aziendale: ogni Azienda, attraverso il suo agire comunicativo, esterna se stessa, mostra il suo essere, la sua identità.
Skillato, svapare, friendzonare… Vi piacciono queste parole? No, neanche a me.
Eppure, l’Accademia della Crusca ce lo insegna bene: la comunicazione è sempre in evoluzione! Nuove parole, nuovi strumenti, nuovi messaggi. E se accettiamo “petaloso” nel nostro vocabolario, allora non ci resta che abbracciare anche le nuove modalità con cui comunichiamo perché – anche loro – non si fermano.
Questo vale per la sfera personale (vi attendo tutti a breve su Twitch), ma anche dal punto di vista aziendale dove le sfumature comunicative sono svariate: comunicazione istituzionale, interna, esterna, digitale, social, politica... e chi più ne ha, più ne metta 📣
Vi racconto la mia esperienza: lavoro in WESTPOLE, una realtà italiana operante nel mondo dell'Information Technology, con oltre 40 anni di storia ma un brand di soli 3. In WESTPOLE mi occupo proprio di Marketing e Comunicazione.
Dalla nascita di WESTPOLE abbiamo comunicato tanto ed in una maniera nuova perché, in fondo,
comunicare l'innovazione richiede a sua volta innovazione negli strumenti stessi del comunicare.
Inoltre, il percorso di acquisto nel B2B è cambiato: oggi i responsabili di acquisto navigano, cercano informazioni, si fanno opinioni e, solo in una fase avanzata, vengono in contatto con il team sales. Questo significa che il processo di formazione delle opinioni e dei sentimenti che determinano la decisione di procedere nel funnel di acquisto può essere influenzato in maniera decisiva prima e su canali diversi: la partita si sposta in un nuovo campo, dove comunicazione integrata e digital la fanno da padroni.
Ed è così che una buona comunicazione si misura in visite al sito web, numero di follower ed interazione sui social media, tempo di lettura degli articoli online, capacità di coordinare l’immagine aziendale su tutti i canali…
Difficile affrontare tutto questo in una pagina di articolo, ma c’è un messaggio che mi sta a cuore e, secondo me, è il più importante di tutti, l'unica regola che non evolve e non cambia.
L'assioma numero uno della Comunicazione Umana: non si può non comunicare.
Che nel linguaggio "corporate" si traduce con: ognuno di noi, nel proprio lavoro, comunica la propria Azienda.
Contribuiamo a costruire l’identità aziendale quando scegliamo il tone-of-voice di un’e-mail ad un cliente, quando rispondiamo al telefono con un fornitore, quando giochiamo a calcetto con il collega. Siamo megafoni delle nostre iniziative (basti pensare quante persone raggiungiamo quando condividiamo un post su LinkedIn), ed i primi clienti delle nostre soluzioni.
Perché, la verità è che impossibile non comunicare, e questo ci rende tutti dei gran chiacchieroni!
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